Molto spesso leggendo dell’impennata dello spread o della speculazione sui titoli di Stato, si usano parole forti come “guerra monetaria” o “attacco alla stabilità” di un Paese Sovrano perpetrato da non ben identificati “Poteri Occulti”. Nonostante molti pensino che si tratti solo di illazioni, sempre più operatori sono coscienti che tali operazioni siano facilitate dalla dematerializzazione dei titoli di stato e dalla velocità dei flussi finanziari elettronici. Al contrario questo tipo transazioni che riempiono le cronache quotidiane sono ben lungi dall’essere pura fantasia e affondano le loro radici nel passato. Oggi vi voglio raccontare una storia realmente accaduta che sembra uscita dalle pagine di un romanzo di spionaggio di qualche best seller americano ed invece è assolutamente vera e documentata. Dobbiamo tornare indietro di oltre un settantennio e tuffarci nella Germania nazista del 1940. Scoppiata la seconda guerra mondiale, un Hitler frustrato dal fallimento dell’operazione “Seelöwe”, letteralmente Leone Marino, che prevedeva l’invasione dell’Inghilterra, si scervellò di trovare una valida alternativa per sconfiggere l’odiato nemico Britannico. Per quanto si tenda ad associare la guerra con bombardamenti e spargimenti di sangue, esistono metodi all’apparenza meno cruenti ma spesso ben più efficaci. Il Führer, insieme ad alcuni fidati gerarchi nazisti elaborò un diabolico stratagemma per tentare di piegare la resistenza inglese attraverso una vera e propria guerra monetaria. Il suo progetto era quello di indebolire e possibilmente annientare il sistema economico del nemico, creando artificialmente iper inflazione e minando le sue basi fiduciarie. Già gli inglesi, avevano provato qualcosa di simile lanciando dagli aerei delle tessere annonarie per sconvolgere il sistema di approvvigionamento tedesco. Azione che arrecò non pochi disagi, generando l’inarrestabile desiderio di vendetta in Alfred Helmut Naujocks, un fedelissimo della prima ora di Adolf Hitler. Naujocks era un uomo molto vicino al Fuehrer, avendo comandato l’attacco all’antenna radiofonica di Gliewitz, che simulò una rappresaglia da parte dei vicini. Tale episodio fu il pretesto per invadere la Polonia e viene e riconosciuto dagli storici come l’avvio ufficiale alla II Guerra Mondiale. Un caso di false flag in salsa nazista. Naujocks presentò un progetto a Reinhard Heydrich, Responsabile dell’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich, per produrre e lanciare biglietti falsi sulla Gran Bretagna, in quantità così massiccia da comprometterne la stabilità economica. Heydrich presentò un memorandum ad Hitler che, in maniera sorprendente l’approvò rapidamente, ad esclusione della produzione di dollari falsi, poichè l’America sarebbe entrata in guerra solo l’8 dicembre 1941 dopo Pearl Harbor, e voleva quindi cautelarsi. Una volta ottenuta l’approvazione, Heydrich affrontò il progetto con un’abnegazione senza pari, ottenendo risultati strabilianti. L’obiettivo non era di imitare al meglio le banconote inglesi ma di riprodurle in maniera identica in ogni dettaglio. Serviva però un esperto nel campo della contraffazione. In un palazzo di una cittadina a sud di Berlino dove si riproducevano passaporti in maniera perfetta, iniziò, sotto il comando di Naujocks, l’Operazione Andreas il primo progetto dei servizi segreti nazisti per produrre Sterline false. Il maggiore delle S.S. era responsabile anche del bordello di lusso chiamato “Salon Kitty”, riservato agli ufficiali nazisti e alle personalità di spicco dei paesi alleati, che spesso venivano fotografati e registrati in situazioni compromettenti, utilizzabili alla bisogna contro di loro. Abituali frequentatori della casa di piacere erano sia Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, che Hiroshi Oshima, Ambasciatore giapponese a Berlino. Solo qualche anno più tardi, dopo accurate ricerche, venne finalmente trovato l’uomo giusto, il capitano Bernhard Krüger, dal cui appunto, il nome in codice “Operazione Bernhard”. Trentottenne, ex falsario prima di entrare nelle SS aveva avuto un passato tutt’altro che cristallino, il “buon Bernhard” si mise subito all’opera, incaricando diverse cartiere di mettere a punto il difficile procedimento di fabbricazione di una carta filigranata identica a quella utilizzata per la stampa delle Sterline. In suo lavoro potè contare sui fallimenti e successivi trionfi di Naujocks nei quasi 2 anni precedenti. Quest’ultimo infatti aveva preso diverse banconote autentiche da £5, tagliandole a striscioline ed inviandole poi a 6 diverse università tedesche per le analisi scientifiche. Il risultato fu deludente, le conclusioni non coincidevano se non per un particolare: le banconote erano a base di stracci di lino. Utilizzando questo materiale, la carta prodotta analizzata al microscopio, era identica a quella inglese, ma sotto la lampada al quarzo aveva un tono smorto ed opaco rispetto a quello vivido e brillante dell’originale. Dopo numerose prove risultò che il lino di fabbricazione tedesca non era abbastanza puro, quindi ne importarono alcune tonnellate dalla Turchia. Utilizzando questa ottima materia prima, la tinta, era quasi identica all’originale, ma all’analisi con gli ultravioletti rifletteva una luminosità bianca con una sfumatura color lilla. Dopo numerosi tentativi, i nazisti capirono che la carta originale era prodotta da stracci usati e poi lavati. Il lino venne quindi tagliato in pezze, distribuito a diverse officine e poi recuperato lavandolo accuratamente. La qualità di carta così individuata venne riprodotta nei pressi Hannover. Le lastre tipografiche vennero eseguite, sotto minaccia di morte, da Gerhard Kreische, uno dei più bravi incisori del suo tempo. La realizzazione del disegno della filigrana, che fu l’impresa più difficile, dovette essere eseguita da un gruppo di ben 20 ricercatori. I biglietti furono stampati in due passate, perchè i numeri di serie erano apposti nella seconda impressione. Questa volta il risultato fu quello desiderato! Nel marzo del 1941 le banconote furono inviate in Svizzera, con una lettera della Sezione denaro falso della Reichsbank, richiedendo un parere ufficiale; l’Istituo Elvetico confermò la loro genuinità al 100 %. Non soddisfatto Naujocks ne inviò un quantitativo presso la Bank of England di Londra, che rispose dopo tre giorni dichiarando che quelle autentiche erano circa il 90 % del totale. Un successo certamente, ma non la perfezione. Dopo questo periodo di preparazione, nell’agosto del 1942, il progetto riprese con ancor maggior vigore, e venne affidato appunto al maggiore Bernhard Krüger. Già direttore di un laboratorio che contraffaceva passaporti, era in possesso delle competenze che potevano essere utilizzate per la produzione su larga scala. Infine una cartiera riuscì a realizzare un buon quantitativo della preziosa carta filigranata e Bernhard passò quindi alla fase 2, reperendo degli incisori per preparare i clichés. Krüger avrebbe potuto servirsi degli esperti della Zecca di Stato, ma lo ritenne troppo pericoloso, essendo difficile obbligarli a mantenere il segreto. Meglio ricorrere a persone il cui silenzio poteva essere imposto con la forza. Si mise a rapporto dal proprio superiore, il gerarca Himmler, l’uomo in grado di fornire la materia prima di qualità, in abbondanza e a costo zero. Per un lavoro di tale precisione servivano capacità e talenti fuori dal comune, vennero pertanto intervistati centinaia di candidati ed infine selezionati 28. Erano tutti internati nei campi di concentramento nazisti. Il fior fiore dei falsari europei, specialisti nella contraffazione di banconote di ogni tipo. Il gruppo iniziale incaricato, quasi interamente di origine ebraica, venne sistemato nel lager di Orainienburg e quindi, il 23 agosto del 1942, spostato nel vicino campo di Sachaenhausen. Dopo mesi di assiduo lavoro, finalmente ad aprile del ‘43 venne prodotto il primo biglietto della nuova serie, inserito in una mazzetta di banconote autentiche. Né alcuni tra i maggiori esperti interpellati, tantomeno il capitano del campo, riuscirono ad individuarlo. Trionfante, Krüger si recò quella sera stessa a dar la notizia ad Himmler, ricevendo l’ordine di avviare la produzione di 200.000 biglietti al mese equivalenti a 10 milioni di Pounds. La diffusione all’estero delle Sterline false fu preceduta dall’emissione di documenti realizzati con lo stesso procedimento utilizzato per le banconote. Constatato che il nemico non distingueva i documenti falsi da quelli veri, si passò al secondo espediente pensato per esser certi di non bruciare l’operazione troppo in fretta. Un banchiere straniero colluso e di buona reputazione, inviò un pacchetto di sterline false ad una grande banca Svizzera, avvertendola che ne sospettava la contraffazione e chiedendone un controllo di garanzia. La dichiarazione ufficiale dell’autenticità rilasciata dalla banca Svizzera, fu il diploma di laurea per tutto il progetto. Da quel momento in poi milioni di Sterline false furono riversate sul mercato internazionale, divise in tre categorie. Quelle perfette, smerciate in paesi neutrali, soprattutto Svizzera e Spagna, quelle con lievi imperfezioni, utilizzate per comprare materiale nei paesi occupati o per pagare informatori stranieri, le più difettose, ma comunque accettabili, accatastate in un magazzino in attesa di essere lanciate in milioni di esemplari sui cieli inglesi. I biglietti vennero utilizzati dai servizi segreti nazisti, tra l’altro, sia per pagare la famosa spia Cicero, sia per liberare Benito Mussolini a Campo Imperatore. L’Operazione Bernhard procedeva così bene che Himmler ordinò di passare alla produzione anche di dollari americani. Sfortunatamente per lui, non altrettanto bene stava andando la guerra, per cui Krüger, nel frattempo promosso maggiore, dovette trasferire il suo staff sulle Alpi austriache, ed il magazzino nel Castello di Labers, presso Merano località difficilmente raggiungibili dai bombardieri anglo-americani. Alle volte anche i più raffinati disegni criminosi vengono vanificati da fattori non previsti, in questo caso da una serie di successi militari degli Alleati. Travolto dagli eventi lo stesso Krüger, il 2 maggio 1945, dopo aver ordinato di distruggere i macchinari e bruciare alla bell’e meglio milioni di Sterline in deposito, scappò in auto verso la Svizzera, dopo aver caricato la sua bella amante ed alcune valige piene soldi veri. Sarà comunque intercettato, ma se la caverà con soli tre anni di reclusione nelle carceri britanniche, venendo poi assolto grazie all’Accordo di Norimberga che eliminò i gerarchi ma chiuse entrambi gli occhi sulle seconde e terze linee. Passerà quasi tutto il resto della sua vita lavorando nella stessa stamperia dove era stata prodotta la diabolica carta filigranata, morendo in tarda età nel 1989. Ma dove finirono tutte le Sterline contraffatte appena dopo la sconfitta dei Nazisti? I numeri non tornavano. A quanto pare il grosso dalla produzione di Castel Labers, fu imballata in casse metalliche poi gettate in un lago presso Innsbruck, da dove riemersero in parte molti anni dopo a causa della corrosione dell’acqua. Il 6 maggio 1945 soldati americani arrivando in Germania, salvarono dall’esecuzione i falsari ebrei, e segnalarono le prove della contraffazione alla Banca d’Inghilterra, i cui ispettori, inviati sul posto, ammisero di non riuscire a distinguere le banconote false da quelle vere. Malgrado il tentativo dei servizi segreti inglesi di segretare la cosa, lo scandalo venne a galla, costringendo la Banca d’Inghilterra, a ritirare tutto il circolante e sostituirlo con banconote nuove di zecca. E pensare che noi oggi ci stupiamo quando sale lo spead o un titolo viene messo sotto pressione dalla cosidetta speculazione finanziaria…
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