Prima di parlare dell’origine del Private Banking, è utile ricordare dove e perché nascono le banche. Sfogliando un qualsiasi dizionario apprendiamo che tra le altre cose, per essere considerate tali, le aziende di credito, devono offrire tre principali servizi: prestare denaro, ricevere depositi e creare moneta. Già ai tempi degli antichi Egizi esistevano all’interno degli edifici Sacri, enti simili a Banche Centrali, che svolgevano però una parte limitata di queste attività. Sostanzialmente erano delle casseforti che prestavano ad una ristretta cerchia di nobili e sacerdoti. Non esistevano ancora i soldi, e a quei tempi si usava la moneta naturale, come ad esempio barre d’oro o d’argento, grano e capi di bestiame che ancor oggi vengono usati in gergo per indicare il denaro. Per cui queste antiche istituzioni, non potevano in alcun modo svolgere la terza e più importante funzione ovvero quella di creare moneta e quindi diffondere e tutelare il benessere del sistema. Fin dai loro primi albori furono viste con diffidenza, a tal punto che nelle Sacre scritture c’è un richiamo a queste aziende creditizie con un’accezione fortemente negativa. L’unico episodio nei quattro Vangeli, in cui Gesù commise un atto di violenza si svolse infatti proprio contro i banchieri-mercanti del Tempio. Dobbiamo quindi attendere decine di secoli prima di trovare istituzioni che possano essere definite a tutti gli effetti vere e proprie banche. Ora fermiamoci un secondo a riflettere sulle tre principali attività che dovevano svolgere per capire quale fu lo spartiacque. Mentre le prime due sono intuitive: è in banca, infatti, che depositiamo i nostri risparmi e richiediamo qualche prestito, la terza funzione è sicuramente la più importante e la meno semplice. Accanto al ruolo tecnico della coniazione del denaro che spetta alla Banca Centrale, è proprio nella tutela del risparmio accumulato ed al suo utilizzo per generare nuova ricchezza che risiede la più importante e preziosa opera da esse svolte. Dunque dove e quando sono nate? Chi ha iniziato ad offrire i primi servizi destinati ai clienti più facoltosi e dalle esigenze complesse? Ebbene si tratta di una storia tutta italiana, ambientata nelle ricche città del centro-nord agli inizi dell’epoca rinascimentale. Fino a quel tempo, almeno sotto il profilo dello sviluppo economico e sociale, l’Europa era dominata da tre regioni principali: le Fiandre, la Francia e l’Italia settentrionale. Tutte queste aree possedevano fiorenti manifatture connesse l’un l’altra da una fitta rete di relazioni commerciali. Le merci attraversano le Alpi nei due sensi oppure viaggiano via mare sottoponendosi a lunghi e difficoltosi trasporti non privi di rischi. In primis il trasferimento dell’oro e dell’argento per saldare il corrispettivo dei beni scambiati. Inizialmente gli Orefici maneggiando i metalli preziosi furono i primi a cui vennero affidati i soldi in deposito. Questa attività rappresentò il primo passo verso la creazione della prima banca. Il secondo importantissimo passo, fu compiuto con l’invenzione di uno strumento molto simile al moderno assegno. Ciò accadde quando un mercante italiano propose ad un collega fiammingo di ricevere in pagamento non una certa quantità di oro, ma una nota di banco, un foglio di carta su cui veniva apposta la firma ed il sigillo di chi la garantiva, attestando contemporaneamente il deposito della stessa quantità di metallo prezioso presso qualche banchiere-custode. La girata delle Note di Banco facilitò di molto gli scambi commerciali e si rivelò subito un successo. Non occorreva più andare in giro con forzieri carichi d’oro o con decine di monete nascoste alla bell’e meglio che dovevano poi essere scambiate con quelle circolanti nella destinazione di arrivo. Al posto dei metalli preziosi viaggiavano le note di banco che, per ovvie ragioni, risultavano più facili da trasportare e meno appetibili da ladri e pirati. Si iniziò dunque a concedere prestiti e a far circolare molta ricchezza. Originariamente tutte le banche in Europa erano delle società commerciali, successivamente col progredire degli scambi economici iniziarono a specializzarsi in servizi finanziari più complessi. Dobbiamo dunque immaginare che un mercante bisognoso di credito si sia rivolto a questo banchiere ante litteram, per avere oro in prestito e questi, invece di consegnargli materialmente il gruzzolo, gli abbia dato una nota di banco. D’altra parte, per il mercante quel foglietto di carta era diventato del tutto equivalente. Da lì in poi il passo fu breve ed i mestieri del prestasoldi e dei cambiavalute progredirono rapidamente in servizi sempre più complessi e personalizzati, tali da far nascere la figura del banchiere a pieno titolo. Come anticipato, fu proprio in Italia e più precisamente nella Repubblica di Genova che nacque la prima banca moderna. La Casa di San Giorgio, antica residenza dei Capitani del Popolo, che si trasformò prima in Cassa, per divenire poi Compere ed infine, Banco di San Giorgio nel 1407. Più o meno negli stessi anni si svilupparono a Firenze il Banco de Medici, quelli dei Bardi e dei Peruzzi, e pochi anni dopo il Giro Banco di Venezia. Prima delle note di Banco, l’oro e l’argento erano le uniche forme di moneta accettate, ma questa rivoluzione ben presto diede vita a moltissime altre innovazioni quali il Conto Corrente, la Lettera di Credito, la Lettera di Cambio ed il Credito a Interesse, nonché lo sviluppo delle emissioni di debito pubblico su larga scala. In Germania nel 1590 fu istituita la Berebeng Bank, che tutt’oggi è detenuta dai discendenti della stessa famiglia, mentre la londinese C. Hoare & Co. fu la prima banca della City fondata nel 1672. Rapidamente, però, queste nuove istituzioni si resero conto che avrebbero potuto realizzare profitti soprattutto amministrando i patrimoni di ricchi mercanti e dignitari che peraltro avevano il potere di emettere le leggi per tutelarle. Iniziò quindi una competizione tra i Comuni italiani e le altre regioni manifatturiere d’Europa per garantire i servizi bancari di maggior qualità e sofisticatezza. I clienti era ospitati in sedi confortevoli e sicure nelle principali località commerciali europee e del vicino Oriente, offendo un’accoglienza ed una protezione anche militare a tutti coloro che ne avessero richiesto il supporto. Ma fu la Svizzera a vincere questa “guerra”. Infatti il paese Elvetico assunse una grande importanza come piattaforma commerciale grazie alla sua posizione strategica al centro dell’Europa, circondata dalle Alpi e con angusti e ben protetti passaggi alpini. Calvino, tra i più importanti riformatori europei insieme a Martin Lutero, interpretò in maniera piuttosto liberale la messa al bando cattolica dell’usura e questo favorì il nascere di banche molto evolute e sviluppate in tutte quelle aree influenzate dalle nuove confessioni religiose. Nel XVI e XVII secolo, la spaccatura confessionale dell’Europa e la repressione degli Ebrei, spinse molti di loro a rifugiarsi nei cantoni riformati d’Oltralpe. Essi contribuirono in maniera determinante non solo alla nascita dell’industria orologiera nell’ovest della Svizzera, ma anche alla proliferazione del settore bancario. Infine il boom delle fiere commerciali di Ginevra, luogo nevralgico degli scambi europei, attirò numerosi finanzieri stranieri, che proprio nella città lagunare elvetica stabilirono le proprie filiali. Basti pensare che già nel 1387 il vescovo Adhemar Fabri aveva autorizzato i banchieri Ginevrini a caricare gli interessi sui prestiti. Per questi motivi, sia le principali banche Fiorentine e Veneziane sia quelle fiamminghe e le vicine istituzioni francesi dell’area di Lione e Digione si stabilirono in queste zone franche. La Svizzera, dipendendo molto dai mercanti e dagli specialisti finanziari stranieri, investì molto nell’industria bancaria permettendo a molte aziende di credito locali di sbocciare e diventare quindi il centro di sviluppo dei più moderni servizi di Private Banking al mondo. Man mano che le aziende di Ginevra, Basilea e, più tardi, quelle tessili di San Gallo e Zurigo crescevano, maggiore era la necessità di avere a disposizione esperti finanziari che si occupassero dei crediti, degli scambi e dei primi prodotti derivati per compensare i rischi legati ai commerci internazionali. Alcune delle grandi banche private ancora oggi attive in Svizzera sono state fondate proprio su queste basi: Lombard Odier Darier Hentsch (1796), Pictet (1805), Mirabaud (1819) per citarne alcune. La neutralità della Svizzera, riconosciuta dal Congresso di Vienna nel 1815, e la creazione del moderno Stato Federale dopo la guerra civile del 1847, gettarono infine le basi per un Settore della gestione patrimoniale forte e stabile fino ai giorni nostri. La Svizzera si trasformò però in un vero e proprio centro internazionale del ‘private banking’ soprattutto durante i tumulti economici e politici del XX secolo. Due guerre mondiali, una guerra fredda, diversi crack finanziari e l’instabilità di molte valute fecero sì che la Confederazione si sia trasformata in una vera e propria calamita per i capitali del mondo intero. Oggi il Private Banking comprende l’insieme dei servizi finanziari e di consulenza personalizzati dedicati alla gestione dei clienti con patrimoni rilevanti. Si rivolge ai cosiddetti high net-worth individuals, ovvero a facoltosi clienti privati con esigenze complesse e personalizzate in continua evoluzione. Quasi tutte le principali banche del mondo negli ultimi anni si sono dotate di strutture dedicate per supportare i loro clienti più importanti. I principali servizi offerti sono: Gestione Patrimoniale, Finanziamenti e Leasing, Consulenza Fiscale, Protezione Assicurativa, Pianificazione Previdenziale, Pianificazione Successoria, Consulenza Immobiliare, Consulenza Aziendale e non ultimo l’Art Banking. Il boom del ‘private banking’ è stato ahinoi anche contraddistinto da pratiche discutibili ed a tratti fraudolente, che si sono estese di qua e al di là dell’oceano. Una serie di scandali venuti a galla negli ultimi anni che hanno seriamente intaccato la reputazione del settore finanziario. Per queste ragioni solo ricordando la storia ed il prestigio dei servizi offerti dalle banche nei secoli passati è possibile recuperare il ruolo centrale e determinate per la tutela del risparmio degli istituti di credito nell’era della digitalizzazione e dei tassi a zero. Per parafrasare il grande filosofo George Santayana; “Chi non conosce la Storia è condannato a ripeterla, mentre chi la conosce può decidere come cambiarla”
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