Oltre un secolo fa si affermava di fronte al grande pubblico un illustratore che poi avrebbe fatto la storia dell’arte e avrebbe firmato con il suo stile inconfondibile le prime banconote della Cecoslovacchia.Quell’artista era Alphons Mucha, nato il 24 luglio del 1860, e l’occasione gli venne data dalla preparazione del poster per l’opera “Gismonda”, commissionatogli in fretta e furia dalla vedette dell’Opera di Parigi Sarah Bernhardt a cavallo tra Natale 1894 e Capodanno del 1895. Da quel momento la vita di Mucha cambiò radicalmente e divenne uno dei più importanti esponenti dell’Art Nouveau. La consacrazione avvenne durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Il suo modo di raffigurare le donne con vestiti neoclassici, poeticamente attorniate da motivi floreali, fece infatti scuola e venne imitato in ogni campo.


Tuttavia, Mucha non divenne famoso solo per le sue opere che si prestavano molto a fini pubblicitari e che rappresentavano lo stile di un’epoca. L’artista aveva molto a cuore le sorti della nuova Repubblica Cecoslovacca che nacque subito dopo la Grande Guerra (a testimoniare il suo attaccamento alla causa slava, già nel 1910 aveva iniziato a lavorare intorno ai grandi dipinti della cosiddetta “Epopea Slava”). Per la Repubblica Cecoslovacca, in appena ventiquattr’ore, disegnò i francobolliche rappresentavano il Castello di Praga. E, soprattutto, fu autore delle prime banconote del Paese. Disegnò anche lo stemma nazionale e molti altri elementi che dettero lustro all’identità nazionale.


Tra le banconote più belle, in perfetto stile Art Nouveau, segnaliamo le 10 corone, datate 15.04.1919, che riportano sul fronte dei soldati hussiti, precursori del movimento protestante di Lutero, e sul retro il ritratto di una giovane ispirato alle fattezze della giovane figlia Jaroslava. Altrettanto interessante è il biglietto da 50 corone, datato 1.10.1929, che mostra sul fronte Slavia, con sua figlia sempre come modello, e sul retro un operaio ed una contadina. Sulla banconota da 100 corone, datata 1.10.1920, appare invece Josephine Crane Bradley, la figlia di Charles Richard Crane, un ricco mecenate della causa nazionalista slava, nella parte di Slavia. Sul retro campeggia invece un panorama di Praga insieme a due donne con vestiti caratteristici.




Purtroppo, Mucha pagò personalmente il suo impegno in quanto nel 1939, non appena la Cecoslovacchia venne invasa dai nazisti, la Gestapo andò subito “a fargli visita” e lo fece rinchiudere in prigione dove rimediò una grave polmonite, che, sebbene rilasciato, il 14 luglio dello stesso anno lo avrebbe condotto alla morte. Quello che ci lasciò Alphons Mucha è ancora di fronte ai nostri occhi: un’eleganza naturale e una leggerezza nel tratto che contribuì ad influenzare profondamente l’iconografia delle banconote mitteleuropee e non solo per diversi decenni.
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